Boletus permagnificus Pöder
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Boletus permagnificus Pöder
Oggi ho fatto una rapida escursione, quasi di corsa, tra il pranzo e l'ufficio.
Sulle colline della Langa astigiana, terreno calcareo con intercalazioni di arenaria, ci sono interessantissimi boschi di roverella e orniello sui versanti assolati, e castagni sui versanti in ombra.
Oggi, 15-16 gg dopo le piogge, facendomi largo a gomitate fra i cercatori di porcini (qualche B. aereus l'ho visto anch'io), proteggendolo con il mio corpo dai bastoni di chi fruga tra le foglie in cerca di boleti grandi quanto monete da 5 centesimi, sono riuscito a fotografare integro un fungo molto significativo: Boletus permagnificus.
So che il fungo meriterebbe migliore attrezzatura fotografica, ma per stavolta accontentatevi di quanto vi offro:
Sulle colline della Langa astigiana, terreno calcareo con intercalazioni di arenaria, ci sono interessantissimi boschi di roverella e orniello sui versanti assolati, e castagni sui versanti in ombra.
Oggi, 15-16 gg dopo le piogge, facendomi largo a gomitate fra i cercatori di porcini (qualche B. aereus l'ho visto anch'io), proteggendolo con il mio corpo dai bastoni di chi fruga tra le foglie in cerca di boleti grandi quanto monete da 5 centesimi, sono riuscito a fotografare integro un fungo molto significativo: Boletus permagnificus.
So che il fungo meriterebbe migliore attrezzatura fotografica, ma per stavolta accontentatevi di quanto vi offro:
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Re: Boletus permagnificus Pöder
E' una specie che fu oggetto di una querelle a mezzo stampa fra F. Bellù (sulla Rivista di Micologia, allora Bollettino del Gruppo Micologico Bresadola) e C.L. Alessio (su Boletus e su Micologia Italiana) nei primi anni '80. Verso il 1985 lo trovai per la prima volta, esattamente nella stazione dove l'ho raccolto oggi, e lo portai al Gruppo di Asti durante l'allestimento della mostra micologica. Lo mostrai a mykol con molta nonchalance (oggi mi vengono le parole francesi, che ci volete fare...) il quale dopo qualche secondo di smarrimento fece esattamente questa faccia e mi disse: "ma lo sai che cosa hai trovato?!?!?"
Da allora torno un paio di volte all'anno in quel bosco, ricco di molte altre rarità (almeno per noi). Siccome la stazione di crescita è sul crinale, a fianco di una stradina sterrata, proprio nel cuore della ristretta area maggiore produttrice di porcini, dal 1985 ad oggi è in tutto la terza volta che lo vedo intero: normalmente rimangono solo i frammenti bastonati.
Da allora torno un paio di volte all'anno in quel bosco, ricco di molte altre rarità (almeno per noi). Siccome la stazione di crescita è sul crinale, a fianco di una stradina sterrata, proprio nel cuore della ristretta area maggiore produttrice di porcini, dal 1985 ad oggi è in tutto la terza volta che lo vedo intero: normalmente rimangono solo i frammenti bastonati.
Ultima modifica di mfilippa il ven 2 ott 2009, 17:46, modificato 1 volta in totale.
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Re: Boletus permagnificus Pöder
La stazione si trova in comune di Bubbio (AT), ai confini con Cassinasco; nella foto si vedono aghi di pino perché un lembo di bosco andò a fuoco 35-40 anni fa e pensarono bene di rimboschirlo con del pino nero, che non c'entra nulla dalle nostre parti, ma che effettivamente ora si sta lentamente degradando favorendo la ricrescita di querce e ornielli (ma non era più semplice ripiantare querce e ornielli 40 anni fa?).
Oltre a qualche specie banale (Amanita phalloides, Amanita pantherina, Entoloma sinuatum, Clitopilus prunulus ecc. ecc.) c'era qualche bella Amanita ovoidea e dei giovanissimi Boletus pulchrotinctus che spero di poter fotografare tra qualche giorno ancora interi (ma sarà difficile, oggi è venerdì...).
Oltre a qualche specie banale (Amanita phalloides, Amanita pantherina, Entoloma sinuatum, Clitopilus prunulus ecc. ecc.) c'era qualche bella Amanita ovoidea e dei giovanissimi Boletus pulchrotinctus che spero di poter fotografare tra qualche giorno ancora interi (ma sarà difficile, oggi è venerdì...).
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Re: Boletus permagnificus Pöder
Che bello Nessuna specie è banale Pensa che per noi l'ovoidea e il pulchrotinctus sono comunissime
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Re: Boletus permagnificus Pöder
...Grande Mario è davvero una specie magnifica!!mfilippa:
E' una specie che fu oggetto di una querelle a mezzo stampa fra F. Bellù (sulla Rivista di Micologia, allora Bollettino del Gruppo Micologico Bresadola) e C.L. Alessio (su Boletus e su Micologia Italiana) nei primi anni '80.
Sì, ricordo bene anch'io la diatriba sul Boletus siculus, presentato da Inzega;
non ricordo però bene se si è capito quale attuale specie volesse decrivere Inzega stesso...
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Re: Boletus permagnificus Pöder
e bravo Mario, sono andato alcuni giorni or sono nelle Langhe (a Scorrone) e nel bosco c'era praticamente nulla, solo qualche Calvatia nei noccioleti. Domani non posso, ma domenica conto di andare nei boschi che tu ben conosci a cercare boleti (non porcini, non li digerisco, poi quando arrivo io sono già tutti in cucina ...) ed altri funghi interessanti.
A proposito del pulchrotinctus, esso è comunissimo nelle Langhe assieme al lupinus.
Una volta, molti anni fa, ho visto il mio amico Franco tagliarne più di mille (allora usava una Fiat Duna furgoncino ed un giorno ne raccolse così tanti, che, messi alla rinfusa, riempivano tutto il cassone per l'altezza di circa mezzo metro !)
Mi telefonò di andarli a vedere e siccome c'era stata una discussione sul fatto che la carne sottocuticolare fosse di colore ciclamino o meno anche al centro del cappello ove la la cuticola è biancastra, mi venne in mente di controllare la veridicità della cosa.
Mi sedetti davanti a lui che li tagliava e mi trattenni fino quasi a sera e notai che tutti avevano lo strato rosa sotto la cuticola.
Vi chiederete perché tagliava tutti quei pulchrotinctus , immagino ...
Dovete sapere che faceva il commerciante di vino che vendeva sopratutto a Milano (dell'ottimo Barbera ...) ed aveva l'abitudine di invitare, la domenica, a casa sua a pranzo i clienti, cucinando per loro un lauto pasto in cui i funghi facevano la parte del leone, e tra di loro la specie più abbondante era appunto il pulchrotinctus.
In una ventina d'anni ne hanno mangiato sicuramente quintali ... e questo nonostante che questa specie sia considerata tossica od almeno sospetta !
Con tutto ciò non voglio invitare nessuno a mangiare il pulchrotinctus (anzi sconsiglio tutti dal mangiare funghi) ma questa é la realtà!
A proposito del permagnificus, esso non è che uno dei tanti funghi "meridionali" che crescono da noi.
Le langhe, il Monferrato e la collina torinese sono una zona di transizione tra l'ambiente mediterraneo e quello continentale che in queste zone si compenetrano. Così a poca distanza (anche a pochi metri) é possibile trovare specie meridionali (Boletus pulchrotinctus, Xerocomus ichnusanus, Russula seperina, ecc...) e specie dell'Europa del nord come Hygrocybe viola (che cresce da noi in inverno dopo alcuni giorni in cui la temperatura va abbondantemente sotto zero) e tricholoma umbonatum...
A proposito del pulchrotinctus, esso è comunissimo nelle Langhe assieme al lupinus.
Una volta, molti anni fa, ho visto il mio amico Franco tagliarne più di mille (allora usava una Fiat Duna furgoncino ed un giorno ne raccolse così tanti, che, messi alla rinfusa, riempivano tutto il cassone per l'altezza di circa mezzo metro !)
Mi telefonò di andarli a vedere e siccome c'era stata una discussione sul fatto che la carne sottocuticolare fosse di colore ciclamino o meno anche al centro del cappello ove la la cuticola è biancastra, mi venne in mente di controllare la veridicità della cosa.
Mi sedetti davanti a lui che li tagliava e mi trattenni fino quasi a sera e notai che tutti avevano lo strato rosa sotto la cuticola.
Vi chiederete perché tagliava tutti quei pulchrotinctus , immagino ...
Dovete sapere che faceva il commerciante di vino che vendeva sopratutto a Milano (dell'ottimo Barbera ...) ed aveva l'abitudine di invitare, la domenica, a casa sua a pranzo i clienti, cucinando per loro un lauto pasto in cui i funghi facevano la parte del leone, e tra di loro la specie più abbondante era appunto il pulchrotinctus.
In una ventina d'anni ne hanno mangiato sicuramente quintali ... e questo nonostante che questa specie sia considerata tossica od almeno sospetta !
Con tutto ciò non voglio invitare nessuno a mangiare il pulchrotinctus (anzi sconsiglio tutti dal mangiare funghi) ma questa é la realtà!
A proposito del permagnificus, esso non è che uno dei tanti funghi "meridionali" che crescono da noi.
Le langhe, il Monferrato e la collina torinese sono una zona di transizione tra l'ambiente mediterraneo e quello continentale che in queste zone si compenetrano. Così a poca distanza (anche a pochi metri) é possibile trovare specie meridionali (Boletus pulchrotinctus, Xerocomus ichnusanus, Russula seperina, ecc...) e specie dell'Europa del nord come Hygrocybe viola (che cresce da noi in inverno dopo alcuni giorni in cui la temperatura va abbondantemente sotto zero) e tricholoma umbonatum...
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Re: Boletus permagnificus Pöder
Ciao Mario,
ecco una bella specie che non ho avuto ancora il piacere di trovare (non è l'unica purtroppo), complimenti per il ritrovamento,
un salutone,
Ennio.
PS: ma tu e Artù, non avevate fatto la micro al Pleurotus di Bellamonte di cui vi avevo fornito due esemplari, o mi sbaglio?.
ecco una bella specie che non ho avuto ancora il piacere di trovare (non è l'unica purtroppo), complimenti per il ritrovamento,
un salutone,
Ennio.
PS: ma tu e Artù, non avevate fatto la micro al Pleurotus di Bellamonte di cui vi avevo fornito due esemplari, o mi sbaglio?.
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Re: Boletus permagnificus Pöder
Bellissima foto e bellisssimi esemplari Mario Possiedo anch'io qualche scatto ma di funghi più sfortunati: da noi i calci arrivano prima
P.s. Ho letto anch'io della diatriba citata...Devo ritrovarla
P.s. Ho letto anch'io della diatriba citata...Devo ritrovarla
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Re: Boletus permagnificus Pöder
Caspita che bella specie... mi è sempre piaciuta da morire! e poi che belli esemplari!
Matte
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Re: Boletus permagnificus Pöder
a proposito del permagnificus che Mario mi ha passato e che ho fotografato e della sua possibile sinonimia col siculus vorrei fare alcune osservazioni.
La tavole dell'Inzenga relativa al siculus presenta un boleto di colore bruno. Pur non potendo escludere che il colore di tale tavola non sia fedele a quanto effettivamente disegnato dal suo autore vorrei farvi notare che il B. permagnificus è caratterizzato da un colore rosso intenso che permane tale e quale anche negli esemplari molto maturi od anche vecchi ed anche a parecchi giorni dalla raccolta.
Nel periodo in cui era nata la diatriba permagnificus-siculus, avevo trovato nella solita stazione (o l'aveva trovato Mario ?) alcuni esemplari di permagnificus, mi pare una domenica. Il giovedì della settimana seguente iniziava il C.S. del Bresadola.
Mi portai dietro gli esemplari raccolti, li tenni per i tre giorni del cs in una cassetta ed, alla fine, conservavano ancora il loro bel colore rosso vivo.
In definitiva, il permagnificus è un boleto che non perde il suo bel colore rosso nemmeno in vecchiaia (caso mai si tinge di blu scuro - nero dove manipolato), quindi non avrebbe mai potuto assumere il colore bruno degli esemplari della tavola dell'Inzenga.
Non so cosa sia il siculus, ma ogni volta che vedo il permagnificus mi convinco sempre più che siano due specie diverse.
Stasera spero di poter postare alcune foto che ho fatto.
La tavole dell'Inzenga relativa al siculus presenta un boleto di colore bruno. Pur non potendo escludere che il colore di tale tavola non sia fedele a quanto effettivamente disegnato dal suo autore vorrei farvi notare che il B. permagnificus è caratterizzato da un colore rosso intenso che permane tale e quale anche negli esemplari molto maturi od anche vecchi ed anche a parecchi giorni dalla raccolta.
Nel periodo in cui era nata la diatriba permagnificus-siculus, avevo trovato nella solita stazione (o l'aveva trovato Mario ?) alcuni esemplari di permagnificus, mi pare una domenica. Il giovedì della settimana seguente iniziava il C.S. del Bresadola.
Mi portai dietro gli esemplari raccolti, li tenni per i tre giorni del cs in una cassetta ed, alla fine, conservavano ancora il loro bel colore rosso vivo.
In definitiva, il permagnificus è un boleto che non perde il suo bel colore rosso nemmeno in vecchiaia (caso mai si tinge di blu scuro - nero dove manipolato), quindi non avrebbe mai potuto assumere il colore bruno degli esemplari della tavola dell'Inzenga.
Non so cosa sia il siculus, ma ogni volta che vedo il permagnificus mi convinco sempre più che siano due specie diverse.
Stasera spero di poter postare alcune foto che ho fatto.