Suillus collinitus senza conifere.
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Suillus collinitus senza conifere.
Presento una raccolta avvenuta in un boschetto di sole latifoglie
Suillus collinitus (Fr.) Kuntze, Revis. gen. pl. (Leipzig) 3(2): 536 (1898)
Raccolta
Montaldo Scarampi (AT), località "Valle Pume", 200 m.s.m. 02/10/2009, legit G. Baiano, diversi esemplari in due zone.
Bosco di sole latifoglie (querce, pioppo bianco, nocciolo, sanguinella).
Colore della cuticola piuttosto scuro, micelio alla base del gambo di colore rosa, esemplari caratteristici di S. collinitus.
Ambiente di raccolta.
Suillus collinitus (Fr.) Kuntze, Revis. gen. pl. (Leipzig) 3(2): 536 (1898)
Raccolta
Montaldo Scarampi (AT), località "Valle Pume", 200 m.s.m. 02/10/2009, legit G. Baiano, diversi esemplari in due zone.
Bosco di sole latifoglie (querce, pioppo bianco, nocciolo, sanguinella).
Colore della cuticola piuttosto scuro, micelio alla base del gambo di colore rosa, esemplari caratteristici di S. collinitus.
Ambiente di raccolta.
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Re: Suillus collinitus senza conifere.
Giovani esemplari
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Re: Suillus collinitus senza conifere.
notare il colore rosa alla base del gambo dovuto a tracce di micelio.
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Re: Suillus collinitus senza conifere.
Come accennato sopra la particolarità di questo ritrovamento sta nella assoluta assenza di pini e di altre conifere nel boschetto in cui questi funghi crescono abitualmente in più zone.
Sono molti anni (almeno una trentina) che frequento questo boschetto (anche in inverno, quando le foglie sono cadute) e non ho mai notato la presenza di alcuna conifera.
Ciò pone un interessante problema circa l'ecologia di questa specie (e più in generale dei funghi).
Non posso escludere (anzi ne sono quasi certo perché me l'ha confermato un amico che l'ha sentito dai vecchi - rispetto a noi !- del paese) che in passato (almeno più di trent'anni addietro) in quel bosco fosse presente qualche esemplare di pino silvestre.
Il problema che si pone é il seguente:
"E' possibile che una specie ad ecologia (ritenuta) obbligata, come il S. collinitus, quando viene a mancare il suo "partner" simbiotico, possa mutare le sue "abitudini alimentari" stabilendo micorriza con altre specie (in questo caso nemmeno più conifere, bensì latifoglie) oppure cambiare "strategia alimentare" diventando saprotrofo, assodato che, anche supponendo che nel terreno fosse rimasta dopo tutti questi anni qualche radice di Pinus ancora vitale, essa non avrebbe comunque più la possibilità di svolgere la fotosintesi e quindi produrre sostanza organica non avendo parti verdi esposte alla luce ?"
Aspetto opinioni in merito ...
Sono molti anni (almeno una trentina) che frequento questo boschetto (anche in inverno, quando le foglie sono cadute) e non ho mai notato la presenza di alcuna conifera.
Ciò pone un interessante problema circa l'ecologia di questa specie (e più in generale dei funghi).
Non posso escludere (anzi ne sono quasi certo perché me l'ha confermato un amico che l'ha sentito dai vecchi - rispetto a noi !- del paese) che in passato (almeno più di trent'anni addietro) in quel bosco fosse presente qualche esemplare di pino silvestre.
Il problema che si pone é il seguente:
"E' possibile che una specie ad ecologia (ritenuta) obbligata, come il S. collinitus, quando viene a mancare il suo "partner" simbiotico, possa mutare le sue "abitudini alimentari" stabilendo micorriza con altre specie (in questo caso nemmeno più conifere, bensì latifoglie) oppure cambiare "strategia alimentare" diventando saprotrofo, assodato che, anche supponendo che nel terreno fosse rimasta dopo tutti questi anni qualche radice di Pinus ancora vitale, essa non avrebbe comunque più la possibilità di svolgere la fotosintesi e quindi produrre sostanza organica non avendo parti verdi esposte alla luce ?"
Aspetto opinioni in merito ...
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Re: Suillus collinitus senza conifere.
Ciao Mykol!
Bel Topic, e graziosi collinitus;
...io sono propenso a considerare la questione come l'intreccio delle ipotesi cui hai accennato; mi spiego meglio:
secondo me moltissime delle specie fungine, cui la Letteratura 'ufficiale', attribuisce una simbiosi esclusiva, solo con alcune essenze arboree; sono al contrario molto più adattabili, di quanto si trovi descritto; e questo è provato anche dall'esperienza personale, di chi, come noi, frequenta giornalmente, i boschi e gli altri svariati habitat.
Basta il caso, ad esempio, di Xerocomus badius, che in molti testi è dato come frequentatore di Pinete, o boschi misti con conifere, da alcune parti ho letto anche faggeta; io le più abbondanti raccolte di questa specie le faccio in castagneto puro, addirittura sopra legno marcescente di castagno, tanto da farmi considerare la possibilità che badius possa anche essere, lignicolo....come dire....di necessità virtù!
Per cui, nel caso dei tuoi collinitus, se molti anni prima, come dicono, questa zona, era frequentata anche da Pinus è facile pensare che vi fossero anche abbondanti colonie di Suillus collinitus, visto che questa specie pare preferire come partner, proprio alcune conifere, del Genere Pinus ; poi venendo a mancare il loro partner ideale, la specie si è dovuta adattare alle nuove proposte ambientali, comportandosi o come saprofita, oppure intessendo micorriza, con altre specie di latifoglia presenti; io penserei, se sono presenti, ad una qualche Quercus sp....se non puoi stare con chi ami, ama quello con cui stai!...evidentemente vale anche per alcune specie fungine!
Concludo questo mio astruso ragionamento, dicendo, che, a mio avviso, è probabile che moltissime specie siano molto adattabili, per quanto riguarda il loro 'regime vitale/alimentare' e possano, a seconda delle esigenze, essere ora simbionti, ora saprofite, ora saprofite-lignicole; non so se inserire anche il parassitismo, ma essendo il parassitismo, un saprofitismo, ai danni di creatura vivente...e forse possibile anche quest'ultima ipotesi....
un caro salutone,
Bel Topic, e graziosi collinitus;
...io sono propenso a considerare la questione come l'intreccio delle ipotesi cui hai accennato; mi spiego meglio:
secondo me moltissime delle specie fungine, cui la Letteratura 'ufficiale', attribuisce una simbiosi esclusiva, solo con alcune essenze arboree; sono al contrario molto più adattabili, di quanto si trovi descritto; e questo è provato anche dall'esperienza personale, di chi, come noi, frequenta giornalmente, i boschi e gli altri svariati habitat.
Basta il caso, ad esempio, di Xerocomus badius, che in molti testi è dato come frequentatore di Pinete, o boschi misti con conifere, da alcune parti ho letto anche faggeta; io le più abbondanti raccolte di questa specie le faccio in castagneto puro, addirittura sopra legno marcescente di castagno, tanto da farmi considerare la possibilità che badius possa anche essere, lignicolo....come dire....di necessità virtù!
Per cui, nel caso dei tuoi collinitus, se molti anni prima, come dicono, questa zona, era frequentata anche da Pinus è facile pensare che vi fossero anche abbondanti colonie di Suillus collinitus, visto che questa specie pare preferire come partner, proprio alcune conifere, del Genere Pinus ; poi venendo a mancare il loro partner ideale, la specie si è dovuta adattare alle nuove proposte ambientali, comportandosi o come saprofita, oppure intessendo micorriza, con altre specie di latifoglia presenti; io penserei, se sono presenti, ad una qualche Quercus sp....se non puoi stare con chi ami, ama quello con cui stai!...evidentemente vale anche per alcune specie fungine!
Concludo questo mio astruso ragionamento, dicendo, che, a mio avviso, è probabile che moltissime specie siano molto adattabili, per quanto riguarda il loro 'regime vitale/alimentare' e possano, a seconda delle esigenze, essere ora simbionti, ora saprofite, ora saprofite-lignicole; non so se inserire anche il parassitismo, ma essendo il parassitismo, un saprofitismo, ai danni di creatura vivente...e forse possibile anche quest'ultima ipotesi....
un caro salutone,
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Re: Suillus collinitus senza conifere.
anch'io concordo con le tue iintuizioni.
A proposito del badius, che da noi praticamente non esiste, conosco un ceppo di castagno attorno al quale (sovente proprio al centro) se ne trovano due o tre. Difficile pensare che non sia saprofita. In altri luoghi, ad esempio in val Varaita (CN) cresce in faggeta pura, in Val Sesia (nei pressi di Varallo Sesia) lo trovavo nei boschi misti castagno-faggio mentre nel Parco Naturale di Albano Vercellese, vicino a Vercelli, in pianura tra le risaie, cresce nel bosco misto di latifoglia (querce, carpini, frassini, noccioli ...), evidentemente è di bocca buona.
Invece, nel Monferrato e nelle Langhe é praticamente sconosciuto.
A proposito del badius, che da noi praticamente non esiste, conosco un ceppo di castagno attorno al quale (sovente proprio al centro) se ne trovano due o tre. Difficile pensare che non sia saprofita. In altri luoghi, ad esempio in val Varaita (CN) cresce in faggeta pura, in Val Sesia (nei pressi di Varallo Sesia) lo trovavo nei boschi misti castagno-faggio mentre nel Parco Naturale di Albano Vercellese, vicino a Vercelli, in pianura tra le risaie, cresce nel bosco misto di latifoglia (querce, carpini, frassini, noccioli ...), evidentemente è di bocca buona.
Invece, nel Monferrato e nelle Langhe é praticamente sconosciuto.
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Re: Suillus collinitus senza conifere.
He mykol, non ci sarà mica l'uva ursina in Valle Pume?!?!
O magari dato che ci vai da trent'anni hai contagiato le roverelle con la tua intolleranza ai porcini e loro hanno scacciato B. aereus in favore di S. collinitus?
L'esperienza è veramente molto interessante, e deve avere seguito.
Quanto agli habitat dati in letteratura però vanno presi sempre con le molle specie quando sono dati su libri divulgativi, o comunque quando riflettono le esperienze più o meno ampie solo dell'autore. Se provate a vedere su diversi libri l'habitat di X. badius vedrete un po' di tutto, proprio come è in realtà.
La fruttificazione di specie micorriziche in posizione "sospetta" (da saprotrofo) è un fenomeno che è capitato di osservare anche a me, come a molti penso. Al riguardo mi vengono in mente due considerazioni:
1) la fruttificazione si forma più probabilmente dove il micelio trova un microambiente adatto, ed è possibile in certi casi che questo microambiente sia l'interno di un ceppo o la superficie di un ramo morto, luoghi dove il micelio può tranquillamente arrivare;
2) per i tartufi pare dimostrato, o per lo meno lo si pensa, che il micelio formante ectomicorrize provveda solo inizialmente alla produzione di fruttificazioni, che poi in qualche modo si "staccano" e si alimentano per conto proprio, verosimilmente da saprotrofe. Ciò potrebbe funzionare anche con altri "micorrizici".
O magari dato che ci vai da trent'anni hai contagiato le roverelle con la tua intolleranza ai porcini e loro hanno scacciato B. aereus in favore di S. collinitus?
L'esperienza è veramente molto interessante, e deve avere seguito.
Quanto agli habitat dati in letteratura però vanno presi sempre con le molle specie quando sono dati su libri divulgativi, o comunque quando riflettono le esperienze più o meno ampie solo dell'autore. Se provate a vedere su diversi libri l'habitat di X. badius vedrete un po' di tutto, proprio come è in realtà.
La fruttificazione di specie micorriziche in posizione "sospetta" (da saprotrofo) è un fenomeno che è capitato di osservare anche a me, come a molti penso. Al riguardo mi vengono in mente due considerazioni:
1) la fruttificazione si forma più probabilmente dove il micelio trova un microambiente adatto, ed è possibile in certi casi che questo microambiente sia l'interno di un ceppo o la superficie di un ramo morto, luoghi dove il micelio può tranquillamente arrivare;
2) per i tartufi pare dimostrato, o per lo meno lo si pensa, che il micelio formante ectomicorrize provveda solo inizialmente alla produzione di fruttificazioni, che poi in qualche modo si "staccano" e si alimentano per conto proprio, verosimilmente da saprotrofe. Ciò potrebbe funzionare anche con altri "micorrizici".
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Re: Suillus collinitus senza conifere.
Avevi già accennato tempo fa di questo sito Giorgio E come si fa ad ipotizzare le ragioni di queste r-esistenze ? Un pò tutti noi per esperienza diretta possiamo dire di aver trovato questo o quel fungo in luogo dove forse non avrebbe dovuto esserci...
Confessiamocelo: questo del Suillus supera davvero tutto !
Da qualche parte ho letto che ci sarebbero crescite di un Suillus (adesso non ricordo quale) con abete in Grecia...Ma con latifoglia ha davvero dell'incredibile :studio:
Confessiamocelo: questo del Suillus supera davvero tutto !
Da qualche parte ho letto che ci sarebbero crescite di un Suillus (adesso non ricordo quale) con abete in Grecia...Ma con latifoglia ha davvero dell'incredibile :studio:
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Re: Suillus collinitus senza conifere.
Mario, c'é anche l'aereus, ogni tanto riesco avederne un solo esemplare (ma non è che ci vada sovente), non so se perchè qualcuno se lo mangia (é una tartufaia a T. magnatum, quindi è frequentata più volte giornalmente) o se proprio cresce solo quello !
La crescita di questo Suillus senza conifere, secondo me, dimostra che le simbiosi e più in generale i rapporti tra funghi e vegetal possono non essere così esclusivi e ben definiti come di solito pensiamo ...
La crescita di questo Suillus senza conifere, secondo me, dimostra che le simbiosi e più in generale i rapporti tra funghi e vegetal possono non essere così esclusivi e ben definiti come di solito pensiamo ...