Molto interessane questa discussione, fa emergere i miei trascorsi di genetista. Che volete fare... ricordi di gioventù!
Senza entrare nel caso di questa specie e nemmeno del genere che conosco poco o nulla, vorrei invece parlare dei limiti che i nostri studi presentano quando si inizia a considerare il problema della variabilità specifica.
Certamente esiste nei funghi variabilità sia a livello di caratteri morfologici macroscopici che microscopici che anche, da noi mai considerati, a livello biochimico. E' impossibile determinare quanto ampia è la variabilità, intanto ci si deve riferire sempre alla variabilità di uno specifico carattere, mai alla variabilità in generale e poi lo studio degli organismi ci insegna che esistono tantissimi esempi, sia di caratteri poco che di altri estremamente variabili nell'ambito di una stessa specie, con tutte le possibilità intermedie.
Certo gli studi dell'anatomia microscopica dei funghi non lasciano molto spazio alla variabilità ma bisogna anche dire che spesso sono fatti su un numero limitato di esemplari, magari provenienti da una sola area geografica.
Per investigare sulla variabilità di un carattere servirebbero numerosi campioni, da diverse aree geografiche per poter analizzare molte possibilità. Se poi si volesse anche indagare come un carattere cambia nel corso dello sviluppo e del ciclo biologico, oltre a studiare diversi campioni bisognerebbe analizzare gli stessi esemplari in fasi differenti della loro vita.
Cinzia