Discussione su Cortinarius variiformis
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Discussione su Cortinarius variiformis
Apro questa discussione perchè nei giorni scorsi pensavo alle specie tipiche del basso Salento e tra queste di sicuro vi è il Cortinarius variiformis.
Premetto che non ho mai approfondito lo studio dei cortinari ma mi interessava questa specie tipica del nostro areale.
La nostra idea di Cortinarius variiformis è ben rappresntata dalle foto che seguono
Premetto che non ho mai approfondito lo studio dei cortinari ma mi interessava questa specie tipica del nostro areale.
La nostra idea di Cortinarius variiformis è ben rappresntata dalle foto che seguono
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Cortinarius variiformis Malencon
Lamelle lilacino violette prima del depositarsi delle spore in massa
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Cortinarius variiformis Malencon
Cortina bianca che lascia intravedere delle lamelle già llacine
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Cortinarius variiformis Malencon
Carne bianca
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Ciao Doni, il C. variiformis Malençon, legato al leccio od alla sughera, presenta un gambo bianco con presenza di armille gialle, resti di velo che si dispongono in tale maniera nella parte distale del gambo stesso.
Nelle foto si intuisce qualcosa, ma non in maniera nitida, come non si vede bene il filo delle lamelle, che dovrebbe essere biancastro a causa della presenza di piccoli peli clavati.
Hai notato se il velo, inizialmente bianco-giallastro, imbrunisce con il passar del tempo?
Corrisponde il colore delle lamelle e della carne, ma non vi è accenno alle dimensioni, all'odore ed al sapore.
Le dimensioni dovrebbero aggirarsi attorno agli 8 cm, il sapore dovrebbe essere dolce e l'odore fungino.
Nelle foto si intuisce qualcosa, ma non in maniera nitida, come non si vede bene il filo delle lamelle, che dovrebbe essere biancastro a causa della presenza di piccoli peli clavati.
Hai notato se il velo, inizialmente bianco-giallastro, imbrunisce con il passar del tempo?
Corrisponde il colore delle lamelle e della carne, ma non vi è accenno alle dimensioni, all'odore ed al sapore.
Le dimensioni dovrebbero aggirarsi attorno agli 8 cm, il sapore dovrebbe essere dolce e l'odore fungino.
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Cortinarius variiformis Malençon
per l'habitat vediamo tra un attimo.
Un gambo con presenza di armilla mi sembra si possa vedere abbastanza bene nella foto che ho riportato sopra.
Per il filo lamellare questo è quanto ti posso mostrare ingrandendo un'immagine che avevo ma se ritrovo ils ecco posso fare la micro del filo lamellare e dirti.
Un gambo con presenza di armilla mi sembra si possa vedere abbastanza bene nella foto che ho riportato sopra.
Per il filo lamellare questo è quanto ti posso mostrare ingrandendo un'immagine che avevo ma se ritrovo ils ecco posso fare la micro del filo lamellare e dirti.
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Cortinarius variiformis Malençon
Qui si vede bene come i funghi crescano quasi del tutto interrati
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X Moscardino
leggevo sul tuo libro la scheda di Cortinarius caligatus per il qual indichi come habitat di crescita querce sempreverdi e cisto.
specie simili: Cortinarius maculosus, Cortinarius variiformis e C. varius.
La differenza con C. variiformis sarebbe legata al velo generale giallo e alla reazione ocra alla potassa; quindi potremmo dire che condividono lo stesso habitat cioè querce sempreverdi e cisto?
Il mio problema nasce dall'avere sempre ritrovato il nostro Cortinarius sempre ed esclusivamente sotto cisto e mai in lecceta.
leggevo sul tuo libro la scheda di Cortinarius caligatus per il qual indichi come habitat di crescita querce sempreverdi e cisto.
specie simili: Cortinarius maculosus, Cortinarius variiformis e C. varius.
La differenza con C. variiformis sarebbe legata al velo generale giallo e alla reazione ocra alla potassa; quindi potremmo dire che condividono lo stesso habitat cioè querce sempreverdi e cisto?
Il mio problema nasce dall'avere sempre ritrovato il nostro Cortinarius sempre ed esclusivamente sotto cisto e mai in lecceta.
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Ciao Doni. Ancora una volta hai promosso una bella discussione. Tra circa un mese un mese e mezzo, disporremo di materiale fresco per affrontare degli studi più approfonditi a cominciare dalle macroreazioni. Per intanto io dispongo di essiccate che metto volentieri a disposizione.
Vedo dal tuo post che ti accompagni proprio bene alla ricerca di Cortinari…Diventa fondamentale la loro opinione…saputo niente?
Ma ancor prima che sull’habitus bisognerebbe sciogliere le riserve sull’habitat. Malençon del quale ho già detto riguardo la frequentazione di habitat simili al nostro, non ci è di grande aiuto poiché nella diagnosi originale cita “in raris suberetis littoralibus”…Però non si può immaginare data la rarefazione delle sughere come dice, qualcosa di diverso di cisto, lentisco, mirto, ecc. a formare quel sottobosco. Un po’ più preciso è stato un decennio più tardi allorquando descrive Lactarius tesquorum e parlando dell’habitat introduce la presenza di cisto: “in suberetis raris inter Cistos”.
Il grande R. Maire mezzo secolo prima, descrivendo Hebeloma cistophilum, aveva avuto meno riserve “in cistetis et quercetis, Mauretania…”.
Da uno sguardo in tempi più recenti ho notato la tendenza degli autori a descriverla sempre come specie dei querceti sempreverdi (Quercus ilex, Quercus suber).
Una delle poche eccezioni sembra essere R. Galli che in “I funghi dove…quando” 9-1995, 35-1997, 53-1998 parte si con le querce sempreverdi ma in 53-1998 tratta la specie come esclusiva del cisto.
Da notare che sulla rivista appare probabilmente la più bella fotografia del fungo e lo mostra perfettamente in habitat, sempre molto interrato e sempre con la cuticola sporca di terriccio misto a frammenti di foglie di cisto secco.
In giro per il web non sono riuscito a trovare niente di significativo. Gli unici scatti belli sono di un certo Arturo Baglivo.
Disponevo di qualche scatto non eccezionale che propongo di seguito per contribuire ad alimentare la discussione. Saluti.
Vedo dal tuo post che ti accompagni proprio bene alla ricerca di Cortinari…Diventa fondamentale la loro opinione…saputo niente?
Ma ancor prima che sull’habitus bisognerebbe sciogliere le riserve sull’habitat. Malençon del quale ho già detto riguardo la frequentazione di habitat simili al nostro, non ci è di grande aiuto poiché nella diagnosi originale cita “in raris suberetis littoralibus”…Però non si può immaginare data la rarefazione delle sughere come dice, qualcosa di diverso di cisto, lentisco, mirto, ecc. a formare quel sottobosco. Un po’ più preciso è stato un decennio più tardi allorquando descrive Lactarius tesquorum e parlando dell’habitat introduce la presenza di cisto: “in suberetis raris inter Cistos”.
Il grande R. Maire mezzo secolo prima, descrivendo Hebeloma cistophilum, aveva avuto meno riserve “in cistetis et quercetis, Mauretania…”.
Da uno sguardo in tempi più recenti ho notato la tendenza degli autori a descriverla sempre come specie dei querceti sempreverdi (Quercus ilex, Quercus suber).
Una delle poche eccezioni sembra essere R. Galli che in “I funghi dove…quando” 9-1995, 35-1997, 53-1998 parte si con le querce sempreverdi ma in 53-1998 tratta la specie come esclusiva del cisto.
Da notare che sulla rivista appare probabilmente la più bella fotografia del fungo e lo mostra perfettamente in habitat, sempre molto interrato e sempre con la cuticola sporca di terriccio misto a frammenti di foglie di cisto secco.
In giro per il web non sono riuscito a trovare niente di significativo. Gli unici scatti belli sono di un certo Arturo Baglivo.
Disponevo di qualche scatto non eccezionale che propongo di seguito per contribuire ad alimentare la discussione. Saluti.
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Prima di affrontare una scheda vorremmo approdare ad una conclusione cioè se realmente la specie da noi trovata conicida con quella desrcitta dal Malencon e se questa conicida con quanto indicato coem ritrovato in Toscana, Veneto, Abruzzo, Puglia Calabria, sicilia e Sardegna.Pino ha scritto:Donatella, Carlo,
bella discussione! Visto la mancanza di materiale nel web direi che è il caso di fare una bella scheda completa di questo interessante Cortinario
Bravi!!
Ad oggi le uniche certezze di ritrovamenti che conicidono con l'idea che abbiamo della specie sono : in Calabria, Sardegna e Salento.
Gli esemplari rtirovati e fotografati in Toscana, Veneto e Abruzzo non ci sembrano coincidere per habitat di ritrovamento, crescita e aspetto generale con la nostra idea di questa specie.
Quindi credo che prima di fare una scheda sarebbe utile chiarire un attimo la faccenda
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Cortinarius variiformis Malençon
Il compianto Prof. M. Moser nel 2001 durante il Comitato Scientifico Nazionale di Lecce determinò senza ombra di dubbio come Cortinarius variiformis gli esemplari che normalmente troviamo sotto cisto, lentisco e mirto.
Ora non so se gli esemplari proposti il alrtre realtà nazionali e descritte siano solo una variabilità della specie, quel che è certo è che si tratta di entità macroscopicamente dissimili dal concetto di variiformis così come lo intendiamo noi, se si tratti di semplice variabilità non sono in grado di dirlo. Anche altri amici studiosi di cortinari non hanno avuto dubbi nella determinazione.
Aggiungo una fotografia di una raccolta del 2001 mi scuso per la qualità dell'immagine
Ora non so se gli esemplari proposti il alrtre realtà nazionali e descritte siano solo una variabilità della specie, quel che è certo è che si tratta di entità macroscopicamente dissimili dal concetto di variiformis così come lo intendiamo noi, se si tratti di semplice variabilità non sono in grado di dirlo. Anche altri amici studiosi di cortinari non hanno avuto dubbi nella determinazione.
Aggiungo una fotografia di una raccolta del 2001 mi scuso per la qualità dell'immagine
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Chiedo venia ma evidentemente mi sono perso qualcosa: vi sono dei ritrovamenti in Veneto ? Se si dove ?
Bisognerà più che mai sentire l'amico Rossano che accennandomi agli habitat dei Colli Euganei mi parlava di presenza di Cisto (Cistus salvifolius credo...) sui versanti esposti a sud. Saluto tutti, Carlo
Bisognerà più che mai sentire l'amico Rossano che accennandomi agli habitat dei Colli Euganei mi parlava di presenza di Cisto (Cistus salvifolius credo...) sui versanti esposti a sud. Saluto tutti, Carlo
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Indiscutibilmente non è facile distinguere fra queste due specie tipicamentre mediterranee e sotto quercie, senza farne la microscopia.
In Puglia il V. variformis è il più apprezzato come commestibilità, quindi cresce abbondante.
Macroscopicamente il C. variformis è molto simile al C. varius con la base del gambo solitameteb appuntita (fusiforme) di colore bianco e con armille incomlete giallogmnole o bruno rugginose, mentre il C. caligatus - che può raggiungere taglie notevoli - ha un velo bianco crema, ma molto abbondante che lo avvolge in braccialetti o armille che ricordano quelle del Tricholoma caligatum.
Ma le spore sono ben diverse. Nell C. caligatus sono aqmigdaliformi di misura 8,5-10,5x6-6,5 micron, nel C. variformis sono più grandi e tendenti all'ellittico 9,5-12,5x6-7 micron
Gaspy
In Puglia il V. variformis è il più apprezzato come commestibilità, quindi cresce abbondante.
Macroscopicamente il C. variformis è molto simile al C. varius con la base del gambo solitameteb appuntita (fusiforme) di colore bianco e con armille incomlete giallogmnole o bruno rugginose, mentre il C. caligatus - che può raggiungere taglie notevoli - ha un velo bianco crema, ma molto abbondante che lo avvolge in braccialetti o armille che ricordano quelle del Tricholoma caligatum.
Ma le spore sono ben diverse. Nell C. caligatus sono aqmigdaliformi di misura 8,5-10,5x6-6,5 micron, nel C. variformis sono più grandi e tendenti all'ellittico 9,5-12,5x6-7 micron
Gaspy
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Raccogliendo l’autorevole intervento di Gaspy aggiungo una foto di Cortinarius caligatus Malençon. Ulteriori differenze macroscopiche consistono nella colorazione cuticolare più spenta e mai gialla e sulla colorazione delle lamelle che appaiono viola più scure sul filo. Questa specie però noi la ritroviamo esclusivamente nel sottobosco di quercia. Saluti.
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Cortinarius caligatus Malençon
Saluto Gaspy e gli do il benvenuto, vedo subito impegnato con i tuoi preferiti... i cortinari
C. variiformis anche se localmente consumato non è certo "ricercato" essendo comunque relativamente raro son rimasti pochi cisteti: dove cresce è abbondante. Per la mia piccola esperienza è un fungo decisamente più massiccio di caligatus che non mi risulta sia mai stato trovato in cisteto (nel Salento).
Allego anche io una fotografia di caligatus (medesimo ritrovamento e bosco di Carlo)
C. variiformis anche se localmente consumato non è certo "ricercato" essendo comunque relativamente raro son rimasti pochi cisteti: dove cresce è abbondante. Per la mia piccola esperienza è un fungo decisamente più massiccio di caligatus che non mi risulta sia mai stato trovato in cisteto (nel Salento).
Allego anche io una fotografia di caligatus (medesimo ritrovamento e bosco di Carlo)