ANTHRACOBIA specie
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ANTHRACOBIA specie
Ho raccolto sul bruciato degli esemplari di Anthracobia ma sono molto indeciso sul nome da dare a questa raccolta: maurilabra ?, melaloma ?, tristis ???
Mi piacciono gli ascomiceti ma non sono un esperto e chiedo l’aiuto agli amici del forum.
I peli marginali sono bruni, lunghi anche fino a 175 µm, a parete spessa fino a 1 µm. Leggendo “funghi e cenosi di aree bruciate” scritto dai Toscani, il Dennis e il libro di G.F.Medardi corrisponderebbe a A. maurilabra, mentre A. melaloma avrebbe peli più corti, solo fino a 80 µm.
Utilizzando invece la chiave di R.Dougoud delle specie carbonicole arrivo a A. melaloma (Alb. & Schwein.: Fr.) Boudier: “Poils cylindriques, multiseptés, brun foncé, jusqu’à 100-130(-150) x 4-10 µm. Ascospores ellipsoïdales fusoïdes, (15-)17-20(-22) x 7-10(-11) µm. Hyménium d’abord ocre foncé, puis jaune orangé à orangé ocre”. Questo autore non menziona A. maurilabra e come riportato sopra da’ peli molto lunghi anche per A. melaloma. Mi sorge il dubbio che consideri A. maurilabra un sinonimo posteriore, pubblicato come Peziza maurilabra Cooke, Mycographia, seu Icones fungorum 1 (4): 231 (1879). A. melaloma è precedente, pubblicata come Peziza melaloma Alb. & Schwein., Conspectus Fungorum in Lusatiae superioris: 336, t. 2:5 (1805)
In aggiunta entra in gioco anche A. tristis che pur avendo peli lunghi solo fino a 80 µm possiede però spore tipicamente cilindracee, cioè di forma e misura compatibili con il mio ritrovamento.
A. tristis è diffusa e si differenzia per spore di forma più stretta o oblunghe e per i peli marginali più grandi (N. Van Vooren, cahiers FMBDS n. 1, pag. 6).
Trascrivo qui di seguito la mia scheda di studio e allego foto macro/micro.
Grazie in anticipo per il vostro contributo.
• Sul bruciato, in un boschetto di acero.
• Apotecio sessile, discoide, diametro 3 – 6 mm., da arancio brillante a giallo-aranciato o giallo.
• Margine esterno ornato da ciuffi distanziati di peli bruni, agglutinati, lunghi anche fino a 175 µm, supportati da sottili ife ramificate, costituiti da cellule cilindracee larghe 10 – 22 µm, strozzate ai setti (aspetto a barilotto), a parete spessa fino a 1 µm, l’ultimo elemento sovente cilindraceo, molto lungo e ad apice ottuso.
• Aschi pleurorinchi, lunghi fino a 250 µm, larghi 10 – 12 µm.
• Spore ellissoidi, biguttulate, 15 – 19 x 8 – 9 µm.
• Parafisi lunghe, cilindracee e sottili, diritte, settate, ramificate in basso, aranciate (pigmento vacuolare diffuso e in granuli), larghe ± 3 µm, progressivamente allargate all’apice fino a 10 µm, poche con apice clavato e largo fino a 16 µm, verdi in Melzer.
• 25.03.2018 Pollone fraz. Le Piane (BI).
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I peli marginali sono bruni, lunghi anche fino a 175 µm, a parete spessa fino a 1 µm. Leggendo “funghi e cenosi di aree bruciate” scritto dai Toscani, il Dennis e il libro di G.F.Medardi corrisponderebbe a A. maurilabra, mentre A. melaloma avrebbe peli più corti, solo fino a 80 µm.
Utilizzando invece la chiave di R.Dougoud delle specie carbonicole arrivo a A. melaloma (Alb. & Schwein.: Fr.) Boudier: “Poils cylindriques, multiseptés, brun foncé, jusqu’à 100-130(-150) x 4-10 µm. Ascospores ellipsoïdales fusoïdes, (15-)17-20(-22) x 7-10(-11) µm. Hyménium d’abord ocre foncé, puis jaune orangé à orangé ocre”. Questo autore non menziona A. maurilabra e come riportato sopra da’ peli molto lunghi anche per A. melaloma. Mi sorge il dubbio che consideri A. maurilabra un sinonimo posteriore, pubblicato come Peziza maurilabra Cooke, Mycographia, seu Icones fungorum 1 (4): 231 (1879). A. melaloma è precedente, pubblicata come Peziza melaloma Alb. & Schwein., Conspectus Fungorum in Lusatiae superioris: 336, t. 2:5 (1805)
In aggiunta entra in gioco anche A. tristis che pur avendo peli lunghi solo fino a 80 µm possiede però spore tipicamente cilindracee, cioè di forma e misura compatibili con il mio ritrovamento.
A. tristis è diffusa e si differenzia per spore di forma più stretta o oblunghe e per i peli marginali più grandi (N. Van Vooren, cahiers FMBDS n. 1, pag. 6).
Trascrivo qui di seguito la mia scheda di studio e allego foto macro/micro.
Grazie in anticipo per il vostro contributo.
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• Apotecio sessile, discoide, diametro 3 – 6 mm., da arancio brillante a giallo-aranciato o giallo.
• Margine esterno ornato da ciuffi distanziati di peli bruni, agglutinati, lunghi anche fino a 175 µm, supportati da sottili ife ramificate, costituiti da cellule cilindracee larghe 10 – 22 µm, strozzate ai setti (aspetto a barilotto), a parete spessa fino a 1 µm, l’ultimo elemento sovente cilindraceo, molto lungo e ad apice ottuso.
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• Spore ellissoidi, biguttulate, 15 – 19 x 8 – 9 µm.
• Parafisi lunghe, cilindracee e sottili, diritte, settate, ramificate in basso, aranciate (pigmento vacuolare diffuso e in granuli), larghe ± 3 µm, progressivamente allargate all’apice fino a 10 µm, poche con apice clavato e largo fino a 16 µm, verdi in Melzer.
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Re: ANTHRACOBIA specie
Ciao Jon
Per quanto riguarda la chiave delle specie carbonicole di Dougoud e, in particolare, la sua interpretazione di A. maurilabra, può sicuramente aiutarti la consultazione della biblio di riferimento che trovi in calce alle singole specie della chiave stessa.
Personalmente ho sempre determinato come maurilabra quella con colori più gialli, con peli bruni, lunghi e, soprattutto, a parete spessa. Evidentemente quest'ultima caratteristica, a cui anch'io ho sempre attribuito una notevole importanza, per altri autori non è così importante.
Saluti
Per quanto riguarda la chiave delle specie carbonicole di Dougoud e, in particolare, la sua interpretazione di A. maurilabra, può sicuramente aiutarti la consultazione della biblio di riferimento che trovi in calce alle singole specie della chiave stessa.
Personalmente ho sempre determinato come maurilabra quella con colori più gialli, con peli bruni, lunghi e, soprattutto, a parete spessa. Evidentemente quest'ultima caratteristica, a cui anch'io ho sempre attribuito una notevole importanza, per altri autori non è così importante.
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Re: ANTHRACOBIA specie
Grazie Daniele, guarderò la bibliografia indicata da Dougoud.
La mia impressione è che maurilabra e melaloma siano lo stesso fungo.
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Re: ANTHRACOBIA specie
Personalmente ho trovato molto spesso A. melaloma e solo una o due volte A. maurilabra che quindi conosco poco.
In questo caso mi orienterei per la prima, in quanto per la seconda ricordo peli nettamente distinti, con terminali liberi, mentre in A. melaloma sovente non si veDono neanche veri peli ma semplicemente cellule dell'excipulum ectale a parete bruna e ispessita in comune fra le cellule vicine.
In questo caso mi orienterei per la prima, in quanto per la seconda ricordo peli nettamente distinti, con terminali liberi, mentre in A. melaloma sovente non si veDono neanche veri peli ma semplicemente cellule dell'excipulum ectale a parete bruna e ispessita in comune fra le cellule vicine.
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Re: ANTHRACOBIA specie
Ciao Mario, ciao Daniele.
Ho guardato il Dennis, Boudier e Breitenbach; quest’ultimo presenta A. macrocystis (peli corti, 1-2 cellule), maurilabra (imenio da giallo pallido a ocra pallido), melaloma, ma la raccolta di A. melaloma è stata contestata da Dougoud che secondo lui è invece A. nitida Boud.
Boudier è l’autore che dà le descrizioni più dettagliate e come giustamente diceva Daniele è forse il colore dell’imenio che maggiormente separa queste due specie, fulvo un po’ giallastro in maurilabra, aranciato in melaloma, quindi la mia raccolta dovrebbe attribuirsi a A. melalona come dice anche Mario.
Ho guardato il Dennis, Boudier e Breitenbach; quest’ultimo presenta A. macrocystis (peli corti, 1-2 cellule), maurilabra (imenio da giallo pallido a ocra pallido), melaloma, ma la raccolta di A. melaloma è stata contestata da Dougoud che secondo lui è invece A. nitida Boud.
Boudier è l’autore che dà le descrizioni più dettagliate e come giustamente diceva Daniele è forse il colore dell’imenio che maggiormente separa queste due specie, fulvo un po’ giallastro in maurilabra, aranciato in melaloma, quindi la mia raccolta dovrebbe attribuirsi a A. melalona come dice anche Mario.
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Re: ANTHRACOBIA specie
Purtroppo le opere che citi sono poco utilizzabili per una determinazione affidabile.
Dennis è un classico ed è utilissimo per orientarsi, ma i caratteri presi in considerazione sono descritti in modo troppo spiccio, sovente è necessario esaminare dettagli più fini negli ascomiceti: pigmenti, guttule delle spore, nuclei, struttura dell'excipulum, base degli aschi ecc.
Boudier faceva tavole dettagliatissime dalle quali si ricavano bene molti caratteri ma aveva un concetto di specie piuttosto stretto, tanto che molti suoi nomi sono stati messi in sinonimia di altri, salvo poi scoprire che ci sono più specie di quelle descritte ma difficilmente collegabili a quanto pubblicato.
Breitenbach-Kränzlin è di utilizzo e consultazione molto piacevole per me, ma è una flora, che quindi tratta giusto le specie che sono state da loro trovate, non un monografia che ti consente di venire a capo di un Genere, ed è stata scritta da micologi bravi sì ma non specialisti, qualche determinazione errata in mezzo alle altre c'è, come capiterebbe a tutti in un lavoro simile. Del resto non è l'opera giusta nemmeno per determinare i cortinari, o le russule, no?
Per gli ascomiceti bisogna cercare articoletti e monografie sparse su pubblicazioni disparate e poi digerirli piano con molta cautela...
Dennis è un classico ed è utilissimo per orientarsi, ma i caratteri presi in considerazione sono descritti in modo troppo spiccio, sovente è necessario esaminare dettagli più fini negli ascomiceti: pigmenti, guttule delle spore, nuclei, struttura dell'excipulum, base degli aschi ecc.
Boudier faceva tavole dettagliatissime dalle quali si ricavano bene molti caratteri ma aveva un concetto di specie piuttosto stretto, tanto che molti suoi nomi sono stati messi in sinonimia di altri, salvo poi scoprire che ci sono più specie di quelle descritte ma difficilmente collegabili a quanto pubblicato.
Breitenbach-Kränzlin è di utilizzo e consultazione molto piacevole per me, ma è una flora, che quindi tratta giusto le specie che sono state da loro trovate, non un monografia che ti consente di venire a capo di un Genere, ed è stata scritta da micologi bravi sì ma non specialisti, qualche determinazione errata in mezzo alle altre c'è, come capiterebbe a tutti in un lavoro simile. Del resto non è l'opera giusta nemmeno per determinare i cortinari, o le russule, no?
Per gli ascomiceti bisogna cercare articoletti e monografie sparse su pubblicazioni disparate e poi digerirli piano con molta cautela...